ANIMAZIONE E ANZIANI (Alberto Raviola)

(Tratto da AA.VV., a cura di Margherita Sberna, 'AnimAnziani. Fare Animazione per&con gli anziani', Edizioni Arcipelago 2009)

ANZIANI E TEMPO LIBERO

Da alcune ricerche fatte negli ultimi anni emerge che gli Anziani hanno decisamente cambiato il loro stile di vita, riuscendo ad organizzare con efficacia e gestire meglio il loro Tempo Libero. L'aumento della longevità, dovuta alle migliori condizioni di vita e al benessere economico elevato, ha portato ad un cambiamento radicale del quotidiano, modificando radicalmente abitudini e usi degli Anziani. È pur vero che in una società complessa come la nostra 'chi si ferma è perduto', ma i "nonnini" si sono messi al passo con i tempi, rapportandosi sempre più e sempre meglio con le istituzioni e con il resto della società.

Se sono cambiate le abitudini, c'è da sottolineare come sia analogamente cambiato anche il concetto di vecchio. Generalmente era chiamato "vecchio" chi aveva superato i 70 anni, ma - secondo una terminologia anglosassone - i vecchi possono essere suddivisi in altre sottocategorie:
- young - old (65-70 anni) sono i giovani vecchi
- middle - old (70-74 anni) sono i mezzo vecchi
- old - old (oltre i 75 anni) sono i vecchi vecchi.

Per quanto riguarda, in specifico il Tempo Libero, si scopre che anche chi non è più giovane può rendersi utile per sé e per gli altri. Non c'è molta differenza tra il tempo libero delle donne e quello degli uomini. Se un tempo vedevamo la donna anziana trascorrere più tempo in casa e l'uomo Anziano davanti ad un bar o un circolo sociale, oggi, gli Anziani si organizzano ed escono di casa, dando più concretezza alle cose che la vita può ancora loro offrire.

A testimonianza di tale cambiamento, i più recenti dati ISTAT segnalano come su tre milioni e mezzo di persone che si dedicano al volontariato in Italia, ben 400.000 appartengono alla terza età. La popolazione anziana legge sempre più libri, ieri si leggeva prettamente il Vangelo, oggi si prediligono storie di avventura, natura e cultura in genere. L'interesse è aumentato anche per l'attualità. Messosi alle spalle temi come la guerra, la fame, le difficoltà, l'Anziano legge i quotidiani per essere informato su cosa succede nel mondo di cui fa parte.

Le donne vanno di più al cinema, visitano musei e mostre, passano più tempo dal parrucchiere e si soffermano di più a guardare le vetrine cercando di farsi una ragione per la moda che cambia. Gli uomini, dal canto loro, si dedicano alla manutenzione del verde pubblico, della custodia di impianti sportivi, della sorveglianza nelle scuole.

Ambedue possono essere accomunati per gli spettacoli, per le rappresentazioni teatrali, per la musica e, strano a dirsi, anche per la scelta di un viaggio. È sbagliato pensare che gli unici viaggi che si possono permettere siano le visite guidate, i pellegrinaggi, i ritiri spirituali, in quanto gli Anziani organizzano un viaggio ponderando bene la scelta della meta. Ovviamente condizioni principali sono la tranquillità e la qualità dei servizi, ma riescono ad adattarsi benissimo al fuso orario, facendo tutto ciò che non hanno potuto fare prima del pensionamento.

E la cultura che posto occupa nella vita di un Anziano? E chi lo ha detto che una persona non più giovane non ha più nulla da imparare o meglio ancora, non ha più la voglia e l'interesse di arricchire il proprio bagaglio?
In Italia, a fronte di un'offerta di 300 Atenei (nel Mondo vi sono 3000 Università della Terza Età) va di anno in anno aumentando il numero degli iscritti e l'età degli iscritti si aggira tra i 50 e i 70 anni. Tutto questo testimonia come la Cultura sia un aspetto fondamentale del Tempo Libero della terza e quarta età. E per quanto riguarda le cosiddette nuove tecnologie, se per un giovane usare un computer e navigare in Internet fa parte del quotidiano, per gli Anziani sta diventando un vero e proprio gioco da ragazzi. È vero che l'approccio non è lo stesso, vi è quasi un atteggiamento di sfida, ma superato un primo momento di scoraggiamento, l'Anziano assume sempre più dimestichezza con il mouse e con il linguaggio elettronico. Tra una visita in un sito e un messaggio on line, troviamo sempre più Anziani che "chattano" cercando persone con le quali parlare, confrontarsi e, magari, innamorarsi e sposarsi.

L'immagine dei nuovi nonni è quella di persone con consapevolezza di sé, molta più grinta di un tempo e molte più aspettative per il loro domani.


NUOVI SERVIZI PER 'NUOVI' ANZIANI

Il contesto sociale odierno nelle aree urbane si caratterizza sempre di più per i meccanismi di parcellizzazione ed isolamento sociale, per la mancata comunicazione tra le generazioni e per l'emarginazione delle persone che fuoriescono dai processi produttivi.
Il passaggio delle esperienze tra generazioni ha perso i luoghi dove storicamente si esprimeva, determinando un impoverimento delle relazioni, la perdita del gusto dello stare insieme, con la conseguenza di un diffuso disagio sociale che sembra essere determinato in buona parte dai meccanismi dell'organizzazione sociale.

In molte città, però, si evidenzia la vivacità delle forme di auto-organizzazione da parte di gruppi di Anziani che, in molti quartieri e con modalità diversificate tra di loro, si incontrano e promuovono valide iniziative. In molti casi questi gruppi e le loro attività rimangono circoscritte al mondo della terza età, confermando la tendenza alla separatezza tra il mondo degli Anziani e quello delle generazioni successive.

In rapporto a ciò, le scelte poste in essere oramai dalla stragrande maggioranza delle Amministrazioni Comunali del nostro Paese, orientate a migliorare la qualità di vita della popolazione anziana, vanno verso una profonda e graduale trasformazione dei servizi tout court e sono fondate su medesime linee di fondo:
" operare nella logica di approccio globale alla persona
" favorire la permanenza dell'Anziano nel proprio ambiente di vita
" sostenere l'Anziano nelle sue esigenze primarie e di vita di relazione
" valorizzare le potenzialità e gli interessi dell'Anziano, dopo l'uscita dal ciclo produttivo.

Questi principi ispiratori orientano azioni tese all'offerta di servizi più flessibili e diversificati, relativamente alle diverse esigenze di una popolazione anziana portatrice di risorse, interessi, potenzialità, ma anche di difficoltà ed impedimenti reali alla propria autonomia di vita, che come tali richiedono interventi personalizzati. Ciò significa operare per garantire un sistema articolato di servizi, integrati a più livelli, fondato sull'analisi dei bisogni, sulla pianificazione e programmazione delle azioni, sulla gestione integrata tra servizi pubblici, ma anche tra pubblico e privato.

Le Amministrazioni Comunali perseguono tali orientamenti, da un lato, attraverso l'articolazione dei servizi nelle diverse aree di intervento sociale, culturale, sportivo e del tempo libero, dall'altro attraverso la predisposizione di progetti innovativi diretti a consolidare un sistema integrato di interventi, per garantire una maggiore efficacia ed un incremento qualitativo nella disponibilità dei servizi ai residenti.


I "CENTRI DI INCONTRO E AGGREGAZIONE": L'IDEA

Analizzando i documenti politici di alcune Amministrazioni Comunali (Bologna, Firenze, Milano, Roma, Torino, Verona) si trova come esse intendono promuovere azioni finalizzate in particolare a consolidare l'area della domiciliarità e la partecipazione della popolazione anziana alla vita attiva del quartiere. Lo strumento identificato a tali fini è la realizzazione di "Centri di incontro e di aggregazione per la terza età" in ogni quartiere, circoscrizione, ed anche frazione, della città capoluogo.

La logica secondo cui si intende operare mira a spostare l'attenzione dall'Anziano come fruitore di servizi ed interventi, all'Anziano come soggetto portatore di esperienze, competenze, capacità pratiche, teoriche, storia e saggezza che lo pone come risorsa per il quartiere e l'intera comunità cittadina.

Si intende, in altre parole, valorizzare il senso di appartenenza di cui gli Anziani sono fortemente portatori, favorendo la loro partecipazione alla vita sociale, esterna alla propria famiglia. In tal senso il quartiere, la frazione, la circoscrizione, vogliono essere intesi non solo come luogo di criticità e di problemi ma anche come contesto fertile, in grado di recuperare al suo interno le risorse umane per prendersi cura della comunità intera.
Un quartiere come "villaggio" e non come aggregato informe di persone.

Pertanto tra le finalità dei progetti (vedi ad es. quello di Verona) che ispirano e accompagnano tali servizi risulta centrale il recupero del ruolo sociale dell'Anziano, che viene visto come "risorsa" e come "valore" da ricollocare culturalmente e socialmente al Centro e non ai margini dei processi sociali. In questo senso il metodo di intervento che si dichiara voler applicare è quello di valorizzare l'autogestione e le forme della partecipazione sociale della terza età, sia storiche che inedite, talvolta già sperimentate in alcune realtà territoriali ma in maniera limitata e circoscritta.


POSTILLA. IDEA PROGETTO PER UN "CENTRO SOCIALE PER ANZIANI" (AIATEL)

FINALITÀ
La finalità di un Centro Sociale per Anziani (CSA) è di offrire un servizio che attraverso iniziative di Animazione promuova opportunità agli anziani-fruitori di rappresentarsi in modo diverso e di attribuire nuovi e molteplici significati al tempo "libero", rallentando così la decadenza psicofisica, alimentando la volontà, l'interesse e la voglia di fare per sé e per gli altri. In un contesto culturale che propone contenuti e attività che rappresentino l'Anziano come una risorsa per il contesto sociale e per l'ambiente familiare.
Il CSA è quindi un luogo/spazio di Animazione che prevede attività in struttura ma spesso e di preferenza, attività fuori struttura: il CSA dovrebbe configurarsi più come un servizio di Animazione che una struttura con l'Animazione.

OBIETTIVI
Per garantire il raggiungimento delle finalità è necessario promuovere un'Animazione che:
1. lavori CON e PER gli Anziani, non SU di essi: ciò significa tenere in considerazione attitudini, desideri, interessi e motivazioni delle persone
2. consideri gli Anziani persone adulte, anche se troppo spesso vengono "infantilizzati e numerati"
3. possa fornire SERVIZI agli Anziani, all'interno dei quali STIMOLARE e OFFRIRE OPPORTUNITA', perché essi siano protagonisti del proprio tempo e spazio
4. agisca soprattutto sul CONTESTO dell'Anziano, stimolando l'autoaiuto, il volontariato, il territorio, affinché venga generato un "campo animativo".

SERVIZI E OFFERTE ANIMATIVE
Nell'ottica esposta il Centro Anziani dovrebbe offrire una serie di servizi come:
o bar/ristorazione e spazi per socialità: gestione del bar come spazio di socialità e come momento di avvicinamento, incontro e conoscenza con le attività del Centro. Disponibilità all'organizzazione di momenti di ristorazione collettiva per feste e altri momenti conviviali
o iniziative culturali ed educative: incontri monotematici che trattino argomenti di interesse per l'Anziano, dalla salute ai nipoti al tempo libero; attivazione di gruppi d'interesse con animatore ma anche autogestiti, non necessariamente nella sede del Centro
o turismo sociale: organizzazione in collaborazione con i Servizi Sociali del Comune dei soggiorni vacanza sia estivi che invernali e/o di gite a scopo ricreativo e culturale
o contatti e connessioni con il territorio: attivazione di iniziative che valorizzino l'Anziano nella comunità, stimolando connessioni con le altre agenzie territoriali, associazioni di volontariato, sportive, culturali e istituzionali come ad es. la scuola
o servizi sanitari ed educazione alla salute: integrare i servizi sanitari presenti sul territorio e realizzare in accordo con ASL/ULSS percorsi di educazione alla salute, alla corretta alimentazione, al benessere psicosociale, etc.

LA GESTIONE DEL CENTRO SOCIALE PER ANZIANI

La gestione del servizio in una ottica pluriprofessionale e interistituzionale, dovrà coinvolgere a diverso livello, con diversi ruoli e competenze i rappresentanti dell'intera comunità territoriale. Per favorire la massima partecipazione e attivazione del territorio è preferibile pensare un modello gestionale e organizzativo che preveda:
o un luogo politico di Orientamento/Valutazione (comitato politico), nel quale coinvolgere l'amministrazione comunale, i rappresentanti degli Anziani, il responsabile dell'ente gestore il CSA, etc. con compiti di orientamento delle attività e verifica/valutazione dell'efficacia ed efficienza (anche economica) del Centro
o un gruppo tecnico di lavoro (équipe pluriprofessionale), composta dal responsabile dell'ente gestore, dal referente comunale, assistente sociale, etc. con compiti di ideazione, elaborazione, proposta dei progetti, servizi, attività, iniziative per rispondere ai bisogni degli Anziani
o uno staff operativo pluriprofessionale che gestisca concretamente le attività
o un Comitato Anziani, che in modo autonomo possa proporre iniziative interne e/o esterne al Centro, in stretto rapporto con il "comitato politico" e il "gruppo tecnico".