1 COSA E' L'ANIMAZIONE ?
L'animazione è una pratica di lavoro sociale, cioè una professione
e non una disciplina.
Essa fa uso di diverse discipline, principalmente quelle umane e sociali,
applicandole ai diversi contesti secondo le necessità.
Scopi dell'animazione sono:
a - la coscientizzazione
b - la sensibilizzazione
c - la messa in luce dei problemi, bisogni e risorse
d - la moltiplicazione delle opzioni offerte agli utenti per la loro crescita
e - la messa in moto di capacità potenziali.
Metodi e tecniche dell'animazione sono tutte quelle raggruppabili
nelle tre categorie seguenti:
A - ricreativi (gioco, divertimento, simulazione, fantasia, esplorazione,
espressività)
B - culturali (letture, mass-media, ricerca, arte, teatro, ambiente)
C - aggregative (socialità, relazioni, comunità, associazionismo,
cooperazione)
L'utenza elettiva dell'animazione e la generalità dei
cittadini, nel tempo extralavorativo.
L'animatore opera principalmente in organizzazioni e servizi per il tempo
libero e la cultura.
Quando opera in strutture sanitarie o assistenziali, scolastiche o lavorative,
egli si pone come supporto agli operatori delle strutture medesime: qui
opera come consulente o come risorsa occasionale o temporanea.
Caratteristica peculiare del ruolo dell'animatore è quella di usare
le tecniche di cui è in possesso in modo da rendere gli utenti più
protagonisti che fruitori: il suo specifico è il "far fare".
Il ruolo dell'animatore può essere definito dall'intreccio di due
assi complementari: quello operativo-cognitivo, per il quale l'animatore
sipone come organizzatore, regolatore, metodologo;
e quello affettivo psicologico, per il quale l'animatore diventa un motivatore
ed uno stimolatore.
In genere i clienti dell'animatore sono i gruppi, le comunità, le
organizzazioni.
2 ANIMATORE E/O EDUCATORE ?
Esiste una certa confusione fra i ruoli ed i confini della professione dell'animatore
e di quella dell'educatore.
Alcuni sostengono addirittura che l'animatore non è una professione
autonoma, ma una funzione dell'educatore professionale.
Qui occorre evidenziare la distinzione fra "stile"
e "ruolo" professionale.
Nella attuale fase di transizione è normale che ovunque si registrino
sovrapposizioni e confusioni, così come è normale che professioni
e ruoli facciano uso di stili e metodi appartenenti ad altri ruoli e professioni.
Per esempio, capita spesso che gli insegnanti facciano uso della psicologia
ed operino veri e propri interventi psicologici: nessuno afferma però
che in tal modo gli
insegnanti diventano psicologi. Ciascuno di noi si auto-cura somministrandosi
farmaci e terapie diverse, ma nessuno si considera per questo un medico.
Un conto è usare conoscenze e tecniche di una professione, un altro
conto è diventare professionisti.
E' facile osservare al lavoro un educatore professionale e constatare che
ricorre a tecniche e modi di operare propri dell'animatore; così
come non è infrequente vedere animatori che si pongono in una dimensione
educativa. Malgrado queste temporanee e occasionali sovrapposizioni (peraltro
giustificate e doverose) crediamo che gli specifici professionali dell'educatore
e dell'animatore siano alquanto diversi, e diverse siano le richieste dell'utenza,
i curricoli, le funzioni organizzative, le aree di responsabilità
dei due ruoli, che devono dunque intendersi come professioni diverse sia
pure limitrofe.
Come si vede dal sinottico, le differenze sono vistose ed innegabili, il
che giustifica il ricorso da parte del mercato del lavoro ad entrambe le
figure, ed anche precise distinzioni circa gli iter formativi.
Questo non toglie, anzi dovrebbe raccomandarlo, che gli educatori abbiano
sensibilità, metodiche e tecniche tipiche dell'animazione: questo
non può che rafforzare la professionalità e l'efficacia dell'educatore.
Uguale discorso vale per il contrario: un animatore non può fare
a meno delle sensibilità e delle capacità tecniche dell'educatore
professionale.
ANIMATORE |
EDUCATORE
|
1 il contenuto professionale è la azione e il "far fare" 2 la relazione e uno dei mezzi 3 opera nello spazio exralavorativo 4 ha responsabilità solo della crescita dell'utente nel tempo extra lavorativo
7 i suoi utenti sono solitamente in stato di benessere psichico
9 si propone il cambiamento inteso come variazione e sviluppo 10 opera con saltuarietà o per periodi brevi |
1 il contenuto professionale è la relazione educativa 2 l'azione e uno dei mezzi 3 opera nello spazio esistenziale 4 ha responsabilità della crescita dell'utente nell'intera giornata
6 opera prevalentemente con l'individuo (piani individualizzati) 7 i suoi utenti sono in stato di bisogno o di disagio psicologico 8 ha un ruolo di sostituto delle figure parentali 9 si propone il cambiamento inteso come costruzione o riparazione 10 opera con continuità e per periodi medio-lunghi |
In conclusione possiamo dire che gli utenti, i servizi, le occasioni di
lavoro degli animatori e degli educatori sono in genere così diversi
da rappresentare due ambiti distinti. Laddove si trovano ad operare assieme
nello stesso spazio e con gli stessi utenti, crediamo che più spesso
l'educatore debba assumersi il ruolo di "committente" dell'animatore,
in quanto il primo è responsabile del singolo utente, mentre il secondo
è responsabile dell'attività da svolgere.
IL MERCATO OCCUPAZIONALE IN ITALIA E IN LOMBARDIA
Un calcolo approssimativo fatto qualche tempo fa dall'AIATEL, indica in
oltre 30.000 i giovani che saltuariamente, precariamente, stagionalmente
o provvisoriamente operano in Italia come animatori.
Di questi almeno 5.000 hanno nell'animazione la principale fonte del proprio
sostentamento.
La cifra suddetta è calcolata tenendo conto degli spazi e dei Servizi
nei quali da tempo operano gli animatori:
1 - nel settore ricreativo:
a) centri gioco e ludotecniche
b) centri Giovani, manifestazioni comunitarie, feste
c) centri di aggregazione per anziani
d) circoli dopolavoristici
e) soggiorni di vacanza per minori
f) viaggi e soggiorni all'estero
g) campeggi e villaggi vacanze, crocere
h) campi Robinson e centri estivi urbani
i) gruppi ed associazioni di sport amatoriale
l) gruppi ed associazioni di hobbies
m) ateliers ed espressività per minori
n) associazioni ricreative nazionali
2 - nel settore culturale:
a) attività scolastiche e parascolastiche
b) circoli ed associazioni culturali
c) gruppi ed associazioni ecologico-naturalistico-ambientali
d) gruppi ed associazioni a finalità artistico-espressive
e) biblioteche e centri di lettura
f) giornali e riviste di promozione culturale
g) cineforum, rassegne, festivals a carattere culturale, mostre, convegni
h) gruppi teatrali amatoriali
i) gruppi ed organizzazioni a tutela del patrimonio archeologico-artistico
l) associazioni culturali nazionali
m) iniziative culturali di quartiere o di comunità
3 - nel settore socio-sanitario-assistenziale:
a) ospedali psichiatrici e comunità per ex-degenti
b) comunità per ex-tossicodipendenti
c) centri socio-educativi per handicappati
d) istituti per anziani
e) istituti per minori e comunità alloggio per minori
f) ospedali per bambini
g) programmi di prevenzione del disagio giovanile e della devianza
h) carcere minorile
i) associazioni nazionali o locali di volontariato
4 - nel settore occupazione-formazione- cooperazione permanente:
a) gruppi ed associazioni di educazione permanente
b) centri di iniziativa locale per l'occupazione giovanile
c) programmi di educazione permanente e sensibilizzazione
d) enti di cooperazione e volontariato internazionale
e) cooperative di solidarietà sociale
f) programmi di aggiornamento per insegnanti
E' facile anche ad occhio condividere la stima di animatori prima segnalata.
Se poi analizziamo il fabbisogno esplicito in Lombardia dei soli Enti Locali,
ad esclusione cioè dell'enorme settore privato (profit e non), possiamo
indicare in circa 3.000 gli animatori richiesti dal mercato. Per suffragare
tale stima segnaliamo che:
A - il Piano-Socio-Assistenziale della Regione Lombardia indica per il triennio
in corso un fabbisogno di circa 500 animatori
B - il Piano-Socio-Assistenziale dell'Assessorato all'Assistenza del Comune
di Milano prevede l'assunzione in pianta organica, entro il 1992, di 93
animatori
C - l'Assessorato al Decentramento del Comune di Milano sta deliberando
un fabbisogno di 50 animatori per i Centri di tempo libero
D - l'Assessorato al Coordinamento dei Servizi Sociali della regione Lombardia
indica in 1.000 unità per il prossimo triennio il fabbisogno di animatori
E - decine di Comuni della Regione Lonbardia hanno in corso delibere di
assunzione o di convenzione per animatori che si occupino dei progetti Giovani
e dei Servizi socio-assistenziali, per i soggiorni di vacanza estivi, per
le feste cittadine, per le attività culturali.
4 I CARATTERI PECUNIARI DELLA SCUOLA NAZIONALE ANIMATORI-AIATEL
Anzitutto va esplicitato che la SCUOLA nasce dall'iniziativa privata della
Associazione in attesa del riconoscimento da parte della Regione (mai
ottenuta per le politiche della Regione a favore dell'educatore - ndr).
D'altra parte, anche ove arrivasse il riconscimento ed il finanziamento
dalla Regione, il titolo rilasciato non tutelerebbe i qualificati. Per una
vera tutela degli animatori occorre il riconoscimento giuridico del "profilo
professionale", con una conseguente formazione professionale pubblica,
ed infine con una tutela legale del ruolo.
Per esempio, nessuno oggi può assumere come assistente sociale un
operatore che sia privo di un titolo pubblico o riconosciuto: il ruolo professionale
dell'assistente sociale è dunque riconosciuto e tutelato.
Al contrario, per gli animatori non esiste un profilo riconosciuto nè
alcuna tutela, per cui gli Enti Locali e le Organizzazioni interessate possono
assumere come animatore chiunque.
A seguito di ciò, si è spesso verificato in questi anni che,
sul mercato del lavoro, un animatore preparato con un curricolo di 1700
ore in un biennio, ed uno senza alcuna specifica formazione, sono sullo
stesso piano.
Lo stesso dicasi per animatori formati da Enti Pubblici e animatori preparati
da Associazioni private.
La SCUOLA dunque si considera provvisoria, in quanto intende impegnarsi
per:
1) la creazione di un profilo professionale specifico dell'animatore
2) la creazione di Scuole pubbliche per animatori in ogni Provincia italiana
3) la tutela del titolo nei concorsi pubblici o nelle assunzioni private.
Tutto ciò nella convinzione che la professione dell'animatore ha
una grande rilevanza sociale ed è di grande delicatezza per gli utenti.
Il rispetto dei bisogni degli utenti, solitamente in posizione di debolezza
e svantaggio (minori, handicappati, anziani, ecc.), richiede che la professione
dell'animatore sia controllata e riconosciuta dall'intera comunità.
Ma ugualmente il rispetto per l'animatore richiede che la professione sia
tutelata adeguatamente.
In secondo luogo la SCUOLA è biennale, anche se già
al termine del primo anno gli allievi saranno posti in grado di accedere,
sia pure in forme precarie, alla professione.
Dimensioni inferiori ci sembrano insufficienti non solo per la mole dei
contenuti e delle tecniche da apprendere, ma anche per la necessità
di adeguati tempi di maturazione e sedimentazione degli apprendimenti.
In terzo luogo la SCUOLA prevede tre diversi percorsi intrecciati
fra loro.
Il primo è quello teorico-cognitivo, e riguarda l'apprendimento dei
concetti basilari per l'animazione, l'acquisizione di informazioni essenziali
sul territorio, il contatto con alcune esperienze significative realizzate
nei servizi pubblici o nelle organizzazioni private. Tale apprendimento
copre circa il 25% del monte ore annuo.
Il secondo percorso concerne la sensibilizzazione personale e la gestione
del ruolo di animatore.
Questo segmento prevede seminari residenziali focalizzati sullo sviluppo
personale degli allievi e finalizzati alla acquisizione di capacità
psicologiche. Anche questo percorso copre circa il 25% del monte ore.
Il terzo segmento, che copre il restante 50% del monte ore riguarda le metodologie
e le tecniche dell'interventoanimativo e sarà svolto mediante vere
e proprie esperienze pratiche sul campo con ilcoordinamento, la consulenza
e la supervisione di "maestri-animatori".
Il quarto carattere distintivo della SCUOLA sta nella differenziazione
fra il primo ed il secondo anno.
Il primo anno, per un impegno complessivo di 500 ore ( di cui 300 di aula)
ha un obbiettivo propedeutico e generale e si propone di fornire agli allievi
le conoscenze e le capacità di base polivalenti, necessarie per accedere
a tutti i diversi settori dell'animazione.
Il secondo anno prevede due semestri a carattere specialistico. Nel primo
è prevista la esplorazione approfondita di un carattere di intervento;
nel secondo invece la SCUOLA si propone di fornire gli elementi di base
per funzioni specializzate dell'animazione: dirigente, formatore, membro
di cooperativa.
Infine la SCUOLA richiede la frequenza per almento l'80% del monte ore,
nelle ore tardo-pomeridiane ed in alcuni weekends, così da consentire
la professionalizzazione di studenti universitari e operatori già
in sevizio.
5 IL SISTEMA DI ORIENTAMENTO E VERIFICA/VALUTAZIONE
Gli allievi dovranno sostenere nel corso del biennio le seguenti prove di
valutazione:
a - esame orale e relazione scritta al termine del prino anno
b - tesina scritta e colloquio di qualifica al termine dell'iter.
Sia nel primo che nel secondo anno le esperienze applicative saranno seguite
da una apposita supervisione periodica.
Il primo anno di corso e sottoposto ad una procedura di "valutazione
partecipata", basata su rilevazioni periodiche tramite questionari,
i cui dati elaborati saranno discussi con gli allievi.
L'ammissione al primo anno è condizionata ad un colloquio di orientamento,
teso a valutare le motivazioni dei candidati.
6 INSEGNAMENTI E STAFF DOCENTI
I* ANNO-500 ore da Ottobre a Giugno
1 - sensibilizzazione alle relazioni interpersonali
2 - ricerca-intervento e ricerca valutativa
3 - teorie dell'animazione e ruolo dell'animatore
4 - prevenzione, devianza, emarginazione
5 - animazione in contesti speciali
6 - dinamiche di gruppo e di comunita
7 - testimonianze di operatori in servizio
8 - progetti operativi di intervento sul campo
2* ANNO 500 ore da Ottobre a Giugno
I* semestre:
a-intervento operativo nel settore socio-assistenziale
b-intervento operativo nel settore turistico
c-intervento operativo nel settore ricreativo-culturale
2* semestre:
d-specializzazione nella gestione di una cooperativa di animazione
e-specializzazione nella funzione di dirigente di progetti/servizi
f-specializzazione nella funzione di formatore di animatori