IV Conferenza Italiana dell’Animazione
Intervento: Animazione e anziani Relatore:    Maria Nazzarena Bastioli

Sono il Presidente della NUOVA Cooperativa Sociale a r.l. di Foligno (PG); la Cooperativa è nata nel 1987, oggi conta 25 addetti di cui la metà sono impiegati come "Animatori" all'interno di n° 6 strutture Residenziali per Anziani.

L'animazione con gli anziani, mi riferisco in particolare a coloro che sono inseriti nelle Case di Riposo, siano essi autosufficienti o meno, sta ormai consolidando la sua esistenza attraverso molte esperienze concrete e riflessioni teoriche.

Ciò in quanto l'invecchiamento della popolazione è un dato comune non solo nel nostro paese, ma a molti paesi europei. Il declino del tasso della natalità e l'allungamento della vita stanno modificando sensibilmente la composizione demografica della popolazione.

Gli anziani rappresentano ormai una componente significativa dal punto di vista numerico; sono tanti e ciò porta a prestare loro attenzione sotto molti aspetti: come consumatori, come elettori, come cittadini attivi, come cittadini da assistere, ecc.…

Esistono diversi modi di guardare gli anziani; e ciascun modo sottintende, nasconde, e palesa al tempo stesso, un paradigma culturale e socio / politico.

Vorrei considerare, in questa sede, e per le tematiche che stiamo trattando, gli anziani come cittadini, membri di una comunità locale alle cui qualità della vita possono e debbono concorrere, portatori di esigenze e risorse.

In questa ottica essi rappresentano una risorsa di esperienza e di saggezza, di capacità e competenze oltre ad essere anche una risorsa politica, culturale, etica e spirituale.

L'animazione con gli anziani quindi non si può ridurre a forme di intrattenimento ricreativo ma è un metodo di lavoro, che possiamo considerare "sociale" con una sua natura intrinsecamente politica.

Ciò significa che l'animazione ha a che vedere sia con il modo con cui immaginiamo le forme della convivenza sociale nelle nostre comunità (patrecipaz. cittadinanza attiva, relazioni, ecc.) sia con le dinamiche partecipative di cui una realtà sociale si nutre e cresce.

A questo punto vorrei porre le seguenti domande "Quale tipo di animazione? A quali scopi?"

La risposta che ci siamo dati come organismo che svolge la propria attività in questo settore, è che l'Animazione va intesa come uno strumento per stare insieme, come laboratorio di autonomia, come recupero della voglia di vivere, desiderare, inventare, sapere.

Animazione non finalizzata unicamente al divertimento o all'evasione dal grigio, dalla monotonia, dal dolore e dall'angoscia che accompagnano la vecchiaia e le fatiche dell'invecchiamento, ma capace di costruire una progettualità in proprio tenendo conto dell'insieme dei bisogni.

Esistono, infatti, nell'anziano anche le esigenze umane e relazionali, gli interessi, i divertimenti: qui l'animazione si inserisce come pratica finalizzata alla presa di coscienza e allo sviluppo del potenziale inespresso.

Attraverso l'uso di tecniche animative che abbiano come obiettivo il benessere, l'anziano diventa nuovamente protagonista della sua vita, delle sue scelte, costruttore di comunicazioni e relazioni.

Quindi possiamo intendere l'animazione come un processo complesso di attivazione di habitat sociale e culturale, di un senso collettivo che valorizzi le singole individualità fino ad accettare di costruire insieme una quotidiana progettualità partendo dalla rielaborazione dell'esperienza.

Con tali presupposti l'animazione per la terza età lavora e si impegna per favorire:
·         la socializzazione, l'integrazione, le relazioni interpersonali;
·         la valorizzazione delle competenze e delle capacità di ogni singola persona;
·         l'autonomia fisica e psicologica;
·         la valorizzazione del passato e delle esperienze;
·         l'espressività.

E' da sottolineare  che l'intervento animativo punta sui seguenti principi:

1.      l'animazione lavora con e per gli anziani e non su di essi;

2.      gli anziani sono persone adulte e possiedono diritti fondamentali quali la libertà di scelta, la dignità di persona, il piacere;

3.      l'animazione non fornisce servizi agli anziani, ma stimoli e occasioni; l'animatore agisce da stimolo organizzatore, regolatore di processi. Utilizza delle tecniche per rendere gli utenti protagonisti. Le attività sono strumenti per entrare in relazione con gli utenti;

4.      l'animazione agisce con il contesto dell'anziano, stimolando l'autoaiuto, il volontariato, il territorio, l'istituzione affinché venga generato un campo animativo.

L'animazione con gli anziani, non può essere proposta se non caratterizzata da un "progetto globale" di miglioramento della qualità di vita degli anziani e se non tiene conto della complessità e dell'unicità di ogni persona.

Al centro dei programmi deve esserci l'utente, piuttosto che le attività.

Questa considerazione apparentemente superficiale richiede invece un notevole sforzo, richiede cioè che il professionista dell'animazione sia in grado di spostare i suoi interessi e le sue capacità per far posto prima di tutto alla conoscenza dell'altro, all'instaurarsi di una fiducia reciproca e di un rapporto di collaborazione.