Maggio 2003

Echelon e la stazione di Verona - (Acarus) da una notizia del Quotidiano "L'Arena", del 22 maggio 2003
Finalmente arrivati i soldi per la piazza della Stazione FS Verona!

L'intervento, a spese delle Ferrovie costerà circa 17 milioni di euro. Serviranno a trasformare il piazzale in uno spazio ordinato con vie di accesso, parcheggi, aree verdi, servizi, spazi pedonali. Una vera piazza, insomma, bella, pulita, ordinata, con un aspetto gradevole. Non più lo spettacolo caotico e davvero poco edificante, che scorgiamo oggi.
Le Ferrovie hanno affidato il compito di mettere in atto il "restyling" alla società "Grandi Stazioni": 60% delle FS e 40% di privati (Benetton, Pirelli, Vianini e la francese Sncf).

E tutto ciò con il bene placito della Giunta Comunale. L’amministrazione s’è fatta trovare pronta: aveva fatto approvare dal Consiglio comunale, nel dicembre scorso, la variante urbanistica che abilita il piazzale alla sistemazione. Costruendosi così l’opportunità di vedersi regalare un intervento richiesto a gran voce dalla città e fare un figurone a costo zero su una questione cruciale: la sicurezza dei cittadini!

Lo stanziamento prevede anche l’installazione di un sistema integrato di videosorveglianza sia all’esterno che sui binari. Così che chiunque si azzardi a bivaccare, spacciare, compiere atti malavitosi, o semplicemente passare di lì verrà registrato, monitorato, schedato, fermato e all'uopo arrestato!! Alla fine (del 2005, inizio 2006) piazzale e stazione daranno finalmente l’idea di un complesso moderno e funzionale, traduzione tecnico-operativa del grande progetto di controllo di corpi e menti, che da Echelon alle "Grandi Stazioni", mette in scena, in versione naïf, l'intuizione profetica e visionaria di "Minority Report.

E tutto ciò con gli ingredienti post moderni della modernizzazione e messa norma della città più triste del Nord-Est: business e istituzionalizzazione controllata degli spazi di vita, in una sintesi micidiale voluta dalla stragrande maggioranza dei cittadini e battezzata dagli amministratori locali.

I primi che non ne possono proprio più di vedere uno spazio - seppur assolutamente decentrato e da loro ignorato - occupato e gestito da clandestini di tutte le razze, che di fatto lo hanno eletto a luogo di incontro e scambio, unica proprietà concessa per poter dare una parvenza di umanità alla loro sventurata esistenza.

I secondi che portano a Verona milionate di euro senza pesare sulle tasche del Comune (e quindi dei cittadini) riuscendo ancora una volta a confondere le supposizioni sulla loro dotazione genetica e fede politica. Così, nella connivenza istituzione/cittadini, l'impresa finanziaria dell'occhio telematico e della "piazza pulita" prende il posto della politica sociale e della promozione del diritto di esistenza. Qui e ora nell'ambidestra Verona.